La sessione intende esplorare i processi di trasformazione nell'uso e nella destinazione degli spazi sacri nel mondo antico. Tali spazi vengono considerati in una prospettiva antropologica, come luoghi di rappresentazioni simboliche dove si fondono aspetti politici, culturali e religiosi. Poiché molteplici e differenti sono i linguaggi che concorrono alla costruzione dello spazio, si tratta di considerarli nell'intreccio di varie competenze. La prospettiva archeologica si presenta come base del confronto, grazie alle testimonianze materiali degli spazi, di natura più o meno monumentale. Il loro studio rimanda alle situazioni nelle quali il rito prende forma, nel contesto della dimensione religiosa territoriale, collettiva o anche privata e domestica.
I casi di studio riguarderanno siti differenti della Magna Grecia e della Sicilia, nei quali si analizzeranno spazi e forme del sacro in un ampio orizzonte cronologico, compreso tra l'età arcaica e quella tardoantica. La varietà dei contesti analizzati consentirà di ricostruire le diverse forme e i differenti momenti del rito, di cui la realtà archeologica è testimonianza.
I luoghi delle cerimonie sacre potranno essere riletti in maniera dinamica e trasversale, nell'intento di ricostruirne le trasformazioni avvenute nel tempo fino alla loro defunzionalizzazione.
A raccontare questi fenomeni saranno il più delle volte le tracce materiali: i manufatti ceramici, metallici e gli ecofatti, analizzati anche attraverso il contributo delle scienze applicate all'archeologia. Una particolare attenzione sarà dedicata allo studio di resti faunistici e botanici, preziosi indicatori delle pratiche legate alla sfera del sacro nel mondo antico. L'analisi di questi reperti fornisce infatti dati sul tipo di attività svolte negli spazi sacri, sugli strumenti utilizzati, sul consumo dei cibi in contesto sacrificale, aspetti di grande interesse per la ricostruzione del tipo di rito e del mondo simbolico cui rimanda.