Le indagini stratigrafiche in corso nella Regio IX, insula 10, dell'antica città di Pompei, avviate nel 2023 nell'ambito di un più ampio progetto di sistemazione dei fronti di scavo, hanno restituito un edificio in cui convivono una parte residenziale, decorata con affreschi IV stile e una parte produttiva destinata alla panificazione. Il panificio si ascrive ad una fase edilizia successiva al periodo post sismico del 62 d.C sulla base delle evidenze murarie.

Nel realizzare l'impianto produttivo si ebbe cura di addurre l'acqua potabile tramite una fistula che origina dalla vicina torre piezometrica posta all'angolo nord est dell'isolato IX, 10, e raggiunge l'atrio del civico 2 dove è impianta una lavanderia, e l'atrio e l'ambiente destinato alle lavorazioni del panificio del civico 1. Ugualmente al periodo successivo al terremoto del 62 d.C. vanno attribuiti gli interventi di ri-decorazione degli spazi domestici sul lato orientale dell'abitazione, nel tablino (14) e nei cubicoli (5) e (8).

L'impianto produttivo destinato alla molitura e alla produzione del pane risulta in fase di ristrutturazione al momento dell'eruzione del 79 d.C. Il pistrinum, a cui si accedeva da un'apertura situata lungo il lato occidentale dell'atrio, non aveva un affaccio diretto sulle direttrici viarie di Via Nola o del vicolo orientale, e consta di quattro ambienti con specifiche funzioni legate al processo di lavorazione. Sullo sfondo del quadro generale offerto dai 36 panifici noti finora a Pompei, sono tre gli elementi particolari dell'impianto qui presentato che meritano il nostro interesse:

1. La limitazione della comunicazione tra parte abitativa e parte produttiva;

2. La razionalizzazione dello spazio;

3. Le tracce riscontrate nelle lastre di basalto vulcanico che qui come altrove era utilizzato per pavimentare le aree di servizio oltreché le strade della città.