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L'approvvigionamento e l'utilizzo dell'acqua nell'insediamento italico di Monte Sannace fra contesti privati e sfruttamento pubblico. I risultati della ricerca archeologica e dell'analisi geomorfologica.
Paola Palmentola  1@  , Rossella Perrini  1@  
1 : Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'

La comprensione delle modalità di approvvigionamento, conservazione e utilizzo della risorsa idrica nelle città italiche del periodo preromano risulta questione complessa a causa di una carenza di fonti e di una generale scarsa leggibilità di quelle giunte fino a noi. L'acqua è un elemento fondamentale per la sopravvivenza dell'essere umano e, ora come nell'antichità, la sua gestione ha rivestito un ruolo centrale nell'organizzazione degli insediamenti. Lo sfruttamento della risorsa idrica può essere posto sotto il controllo della pubblica autorità o essere gestito privatamente, tuttavia, in alcuni contesti particolari, la linea che separa le due modalità è così sottile da non essere facilmente tracciabile.

È il caso dell'insediamento peucezio di Monte Sannace (Ba) il quale, con una superficie di circa 35 ettari, è il parco archeologico più esteso e il sito indigeno più noto di tutta la Puglia centrale.

Nonostante le numerose campagne di scavo che da decenni portano alla luce nuove porzioni di insediamento, le evidenze archeologiche legate all'approvvigionamento idrico non hanno mostrato un chiaro sistema per la distribuzione dell'acqua nel sito, né un numero di testimonianze apparentemente rilevante. Partendo da questa difficoltà e avendo come obiettivo quello della globale comprensione della modalità di gestione e utilizzo dell'acqua, questo contributo propone i risultati di uno studio multidisciplinare tramite il quale si è avviata la lettura dei dati archeologici integrandoli con i dati geomorfologici e idrogeologici provenienti dall'insediamento e dal suo territorio, al fine anche della ricostruzione del paleoclima e del paleoambiente. La ricerca ha portato all'individuazione di una combinazione di pratiche di approvvigionamento idrico che coinvolgono lo sfruttamento delle antiche incisioni carsiche del territorio e la raccolta di acque meteoriche.

La complessità delle attestazioni e dei dati raccolti ed elaborati su piattaforma GIS consente di avere ora un quadro sufficientemente articolato, che porta a sviluppare ipotesi concrete sia circa l'approvvigionamento e l'utilizzo dell'acqua in ambito privato, sia, con maggiore prudenza, in contesti pubblici. È certamente riconducibile alla sfera privata, ad esempio, l'utilizzo di grandi contenitori posti all'interno dei cortili delle case della città bassa ad occidente dell'acropoli. Probabilmente destinata ad uso esclusivamente privato anche la cisterna di una casa a peristilio, che emerge nell'abitato per dimensioni e tipologia. Il discrimine tra uso pubblico e privato si fa più labile, invece, nelle evidenze dell'acropoli dove si alternano spazi pubblici, edifici collettivi, grandi tombe e residenze di prestigio. La cisterna, ubicata in una grande residenza ellenistica sull'acropoli, ad esempio, presenta elementi tali da suggerire uno sfruttamento più articolato rispetto al semplice uso privato. Fra i documenti attestanti l'utilizzo e il massiccio sfruttamento dell'acqua, fra pubblico e privato, si contano anche opere di canalizzazione legate a contesti produttivi, che testimoniano, a dispetto dei dati archeologici non vistosi e insieme a quanto proveniente dalla ricerca interdisciplinare, una evidente abbondanza della risorsa idrica.


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