Puteoli, collocata in una posizione dominante nei Campi Flegrei, ha conservato fino ad oggi un tessuto urbano articolato e complesso, ancora ben leggibile. La città, fondata sul promontorio del Rione Terra, nel 194 a.C., si estende gradualmente, a partire dall'età augustea, attraverso una pianificazione sempre condizionata dalla morfologia del territorio. Il progredire delle conoscenze e i nuovi approcci metodologici hanno permesso di raccogliere un'ampia documentazione della città, di cui non si aveva ancora l'esatta percezione, nonostante le trasformazioni legate ai continui eventi sismici e vulcanici e alle attività edilizie che si sono susseguite nel corso del tempo. Gli intensi programmi di ricerca incentrati, a partire dagli anni Novanta del Novecento, sul promontorio del Rione Terra, il cuore della colonia marittima del 194 a.C., hanno consentito di portare alla luce buona parte del tessuto urbano antico, ben conservato al di sotto degli edifici seicenteschi. Nel piccolo promontorio proteso sul mare, il progetto della Colonia Civium Romanorum appare fortemente influenzato dalla particolare orografia dell'area. Lo sperone di tufo, infatti, che ha un dislivello di circa 30 m, fu dapprima regolarizzato per sfruttare al meglio la superficie disponibile e recuperare quanto più spazio possibile per l'impianto urbano disposto su terrazzamenti. La trama della città era regolata da un reticolo di strade, cardines e decumani, mentre i dislivelli tra una terrazza e l'altra furono colmati mediante la creazione di rampe e gradinate di raccordo, per conservare l'impostazione ortogonale. La pianificazione della Colonia ha previsto, come prime opere, oltre alle numerosissime cave per l'estrazione del tufo funzionale alle attività edilizie, la realizzazione di una rete fognaria, strettamente connessa alla viabilità, insieme a una capillare rete idrica, sottoposta alle insulae, per soddisfare sia l'esigenza di raccolta sia quella di smaltimento delle acque piovane. La viabilità interagisce, in maniera particolare, con lo sviluppo di questa parte della città, come evidenziano le complesse stratificazioni degli organismi architettonici. Al fine di ampliare la superficie utile di ogni terrazza, infatti, vennero costruiti, lungo le strade, occupandone gran parte della carreggiata, porticati e avancorpi, per ospitare tabernae e altri edifici residenziali. Alla luce dei risultati delle indagini condotte fino ad oggi, in questo contributo si intende proporre un'analisi dell'evoluzione del rapporto tra viabilità e organizzazione degli spazi urbani, nel tentativo di individuare, attraverso questa chiave di lettura, le linee di sviluppo della città e dei suoi spazi vissuti e occupati con diverse soluzioni urbanistiche e architettoniche, fino al III-IV sec. d.C., quando il tessuto urbano comincia a disgregarsi e diverse aree iniziano a perdere la loro funzione originaria.