Per un'economia di import-export delle ville romane tardoantiche del centro Sicilia: la villa di contrada Gerace (EN) tra grano, zolfo e cavalli
Arena Antonina  1@  , Essa Kas Hanna Elie  2@  
1 : Università degli studi di Catania = University of Catania
2 : Pontificio Istituto Orientale

Con il presente contributo si intente porre in risalto il fervido movimento economico che interessò l'entroterra della Sicilia in età tardo antica. All'otium e secessium che è possibile riscontrare nella villa del Casale di Piazza Armerina con le sue fastose sale mosaicate, il grande granaio di oltre 50 m che si trova a pochi metri dalla pars dominica denuncia con records archeologici tangibili la presenza di una importante occupazione cerealicola. Contrariamente alla più antica storiografia che vide le ville romane dell'isola dedite in questo periodo quasi esclusivamente alla produzione del grano, secondo quella generica opinione generata dal passo ciceroniano della Sicilia quale granaio di Roma, le più recenti acquisizioni archeologiche sottendono a un pluralismo di attività produttive che hanno concorso sia al mantenimento della villa che all'accrescimento dei guadagni dei domini. Infatti, la presenza nei mosaici della villa del Casale di immagini inerenti alle venationes ha fatto supporre ai molti studiosi la presenza di attività legate anche al mondo circense con il commercio di animali per i giochi e inserita attraverso le sodalitates nei circuiti mediterranei. Legata alle corse dei cavalli è la villa di contrada Gerace a 15 km dalla villa del Casale. La villa tardoantica il cui proprietario è un tale Philippianus, un nome riscontrabile nei numerosi bolli laterizi e nel mosaico del frigidarium, possedeva con ogni evenienza un equileda cui si producevano cavalli di razza destinati alle corse da circo. Come è noto dalle fonti la produzione dei cavalli da corsa era tra gli investimenti più lodevoli e rispettosi ma, allo stesso tempo, era tra i più rischiosi, dove non difficile subire gravi perdite di denaro. L'intervento, dunque, si focalizzerà non solo sui beni esportati dalle ville e stationes del centro Sicilia che oltre al grano, ai cavalli troverebbe seguito anche nella produzione dello zolfo - a Gerace sono stati riscontrati alcuni frammenti di tegulae sulphuris- e i prodotti importati le cui tracce di anfore vinarie e olearie orientali, africane, ostiensi mostrano una preferenza di gusti degli abitanti dell'area, ma un ampio spazio verrà dato anche alle vie di comunicazioni, viarie e fluviali, indispensabili per l'esistenza stessa del circuito economico sia per un mercato interno che per quello esterno all'isola.


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