Il contesto che si presenta è localizzato sulle pendici orientali del Palatino rivolte al Celio, in prossimità della via di San Gregorio. L'edificio si sviluppa su più piani (almeno 3) ed è caratterizzato da una serie di stanze voltate intervallate e servite da corpi scala. Le pareti sono interamente in laterizio, con l'esclusione della parete di fondo che fodera il colle che è in opera mista. L'edificio è identificabile con un caseggiato con attività commerciali aperte su una possibile strada, e forse abitazioni nei piani superiori.
Attualmente la zona antistante la facciata risulta parzialmente interrata per circa 2 m., come è stato evidenziato da uno scavo archeologico realizzato da chi scrive nel 2022. Ciò non è stato di ostacolo ad una occupazione degli ambienti in età post-antica, quando l'edificio appare oggetto di una ristrutturazione con un potente rialzamento dei piani di frequentazione e la creazione di un nuovo corpo scala, in sostituzione dell'originario. Il rialzamento delle quote di frequentazione è evidente anche nelle modifiche apportata in facciata, con lo spostamento in alto degli ingressi e la creazione di ambienti con finestre ad archetti. La lunga vita dell'edificio è testimoniata sia dalla presenza di numerose sovrastrutture in appoggio in facciata, quali vasche e una cisterna, sia dall'essere ricordato nella cartografia fino alla documentazione del Catasto Urbano di Roma che ne attesta la proprietà alla famiglia di Francesco Barberini, confermando come il complesso risulta essere stato utilizzato e abitato ancora nell'800.