Il sito costiero di Nora (sud Sardegna), già frequentato a partire dal IX secolo da navigatori e commercianti provenienti dall'area levantina, è interessato dalla presenza di edifici, spazi e infrastrutture che testimoniano un centro di tradizione punica, successivamente passato sotto il controllo di Roma, all'indomani della conquista dell'isola nello scorcio finale del III secolo a.C. Tra le aree di interesse di questa città, principalmente a vocazione marittima e portuale, si segnalano alcuni spazi destinati ad attività produttive legate alla lavorazione di cereali e olive. Nello specifico, scopo di questo intervento è quello di presentare alcuni contesti inediti messi in luce nel corso delle ultime campagne di scavo da parte dell'Università di Cagliari all'interno di una porzione della città esplorata solo in tempi recenti. Si tratta, per la precisione, di uno spazio pubblico, una grande piazza che funge da punto di snodo della viabilità del centro, sul quale si affacciano alcuni vani adibiti a botteghe artigianali che hanno restituito strutture di età imperiale legate a processi produttivi. Tra gli altri, si segnalano due manufatti litici in pietra andesitica viola locale di forma circolare e troncoconica, interpretabili come impastatrici, contestualmente a parte della struttura di un forno e ai resti di alcune lastre e griglie di cottura. A questo contesto se ne aggiunge un secondo, ricostruibile come un impianto per la spremitura delle olive grazie alla presenza di alcuni manufatti litici interpretabili come contrappesi per torchi. L'interesse del contesto in oggetto è legato, oltre che alle testimonianze che attestano la produttività di un settore suburbano della città costiera di età imperiale, anche al fatto che si è potuta evidenziare una continuità di utilizzo dell'area nel corso del tempo con una sovrapposizione di fasi di frequentazione con finalità diverse già a partire da epoca punica.