Il sito di Cittanova (Modena, nord Italia) ha una forte connotazione interculturale, in quanto luogo di contatto e di integrazione tra diverse comunità nel tempo. La vicinanza del complesso di Cittanova alla Via Aemilia e ai Campi Macri, la famosa fiera mercato, fu determinante per lo sviluppo della zona che divenne un importante luogo di incontro.
Le nuove campagne di scavo, del 2020-2022 e del 2023, che hanno messo in luce un articolato complesso architettonico, intorno a una grande area cortiliva, caratterizzato anche da strutture che indiziano attività di servizio, produttive o artigianali, gettano nuova luce sulla popolazione preromana e romana e, quindi, sul processo di romanizzazione dell'area.
Il complesso di Cittanova, infatti, è stato recentemente interpretato come una mansio romana, rientrando quindi in quella particolare categoria di luoghi di aggregazione che si ponevano in perfetta sintonia con la fisionomia demografica e funzionale dell'area.
L'integrazione e la preservazione di alcune tradizioni passarono anche attraverso la religiosità. La contemporaneità tra il santuario di Cittanova, rinvenuto nel 2006, e il periodo di massima frequentazione della mansio, fanno ritenere che sussistesse una stretta relazione tra i due siti.
Cittanova si può quindi definire un luogo di confine e di mediazione culturale, nel quale le consolidate usanze degli immigrati romani si confrontarono e si compenetrarono alle locali tradizioni indigena. La convivenza tra Galli Boi, Etruschi e Romani è il risultato di un lungo processo di sincretismo, di cui ne è testimonianza la cultura materiale.