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Cuma: uso e riuso degli spazi destinati al sacro nella città bassa
Giovanna Greco  1@  , Antonella Tomeo  2@  
1 : Università degli Studi di Napoli Federico II - Via Marina 33 - 80137 Napoli
2 : Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento

Le nuove indagini archeologiche avviate a Cuma sin dal 1994 hanno ridisegnato il quadro insediativo della colonia greca sin dal momento della fondazione.

Nell'area pianeggiante ai piedi dell'acropoli sono state individuate le prime tracce strutturali di un abitato alto - arcaico che si sovrappone ad una necropoli preellenica.

Nei decenni finali del VI sec. a.C. una parte di abitato viene rimosso e spostato altrove, per lasciare spazio ad una nuova forma organizzativa, a carattere esclusivamente pubblico e sacro.

Nei decenni finali del V sec. a.C. questi edifici monumentali vengono rasati ed i materiali decorativi e votivi scaricati e sigillati in fosse; una nuova organizzazione urbanistica ridisegna gli spazi, ma la funzione sacro /pubblica rimane costante.

Ai Sanniti si può attribuire l'impianto di una complesso santuariale articolato su diverse strutture: un altare /mensa rettangolare, basso, con bordo modanato a toro, interamente intonacato con accanto un pilastrino monolite; a poca distanza, un'area votiva con piccole fosse dove sono state raccolte ossa combuste e doni votivi consistenti prevalentemente in frecce in bronzo e ceramica, sempre del modulo miniaturistico.

L'area sacra si estendeva verso Ovest dove si trova un'eschara, con accanto una mensa votiva monolite e un altro altare. Un muro di recinto doveva racchiudere e definire lo spazio di questo santuario la cui funzionalità si colloca tra i decenni iniziali del IV e il III sec. a.C.

Tutto il complesso e l'area verrà ancora una volta ridisegnata nel corso della prima metà del III sec. a.C. per far spazio alla Piazza del Foro.

 


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