Gli scavi dell'Università di Cagliari all'interno dell'area archeologica di Nora (Sardegna) sono cominciati nel 2013 e hanno riguardato un settore inesplorato della città punico-romana, ricadente all'interno di una base della Marina Militare, ora dismessa. Questo settore è stato considerato per lungo tempo un'area periferica del municipium, anche per la contiguità con le necropoli di età fenicia e punica. Le indagini dell'ateneo di Cagliari in questa porzione di territorio, al cui gruppo di ricerca si è recentemente unito quello della Queen's University di Kingston (Canada), hanno restituito un'interessante sovrapposizione di fasi, che testimonia più di un radicale cambiamento, nel corso dei secoli, della destinazione d'uso di questi spazi. Nel settore denominato Omega, infatti, è stata riportata alla luce una grande piazza basolata di età medio imperiale, che presenta una conformazione planimetrica pseudotriangolare di circa 400 mq ed è decorata con fontane monumentali. Queste, unitamente all'articolato sistema di adduzione e smaltimento di acque, finalizzato all'approvvigionamento idrico della città, ma al contempo ai giochi d'acqua di questo spazio monumentalizzato, si installano su una precedente fase ascrivibile ai primi secoli dell'impero e pertinente ad un piano di calpestio relativo ad un edificio o a una limitata porzione della viabilità, che a sua volta obliterava due momenti in cui il centro costiero non aveva ancora assunto una conformazione urbana. La perifericità di questi spazi nelle fasi precedenti alla conquista della Sardegna da parte di Roma, infatti, si può evincere dagli elementi della cultura materiale e dai numerosi resti di scorie di lavorazione e tagli del banco di roccia arenaria che definiscono, rispettivamente, un settore a vocazione artigianale di età punica e una prosecuzione degli spazi necropolari e di attività di cava del primo insediamento fenicio